Dalla parte di nessuno by Miss Black

Dalla parte di nessuno by Miss Black

autore:Miss Black [Miss Black]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: amore, bombardamenti, amicizia, speranza, malattia, Guerra
pubblicato: 2018-12-04T23:00:00+00:00


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Dalla sua coperta Zeeva non si separava più, come non si separava dal suo computer, dal suo telefono satellitare e dal caricabatteria a manovella, appositamente concepito per quando mancava l’energia elettrica.

Prese tutte le sue proprietà, cercò di non guardare nessuno e scivolò via dalla camerata sentendosi come una ladra. La strategia di Sewick era stata efficace, ma non certo sottile.

«L’acqua è di nuovo trasparente» le disse, quando lei entrò nella sua stanza. La scrivania era invasa di faldoni, ora, sul divano il sacco a pelo era srotolato e Sewick era in piedi sulla porta del bagno.

«Lo prendo come un velato suggerimento?» sorrise lei.

Quella sera si era lavata con l’acqua gelida dei bagni comuni, al piano terra, ma non era riuscita a costringersi a bagnarsi i capelli.

«No, non sento più l’odore delle persone. Mi stavo solo chiedendo: sarà potabile? Non sono sicuro che quello che abbiamo fatto su alla sede dell’acquedotto sia stato efficace».

Zeeva gli passò accanto ed entrò in bagno. Anche al piano di sotto l’acqua era trasparente, ora che ci pensava, ma non ci aveva fatto caso. Si guardò nel piccolo specchio rettangolare sopra al lavandino. I suoi capelli castani erano piatti sulla cima della testa e arruffati sulle lunghezze. Non aveva un pettine. Ci passò le dita in mezzo e sospirò, consapevole del fatto che la sua chioma non aveva nessuna importanza.

«Dovrei tagliarli. Hai un rasoio elettrico, qualcosa?».

Sewick entrò nel bagno dietro di lei. In mano aveva il bollitore.

«Proviamo prima qualcosa di meno radicale».

Riempì il bollitore d’acqua e andò a metterlo sulla sua base. Quando tornò, tappò il lavandino e lo riempì con l’acqua rovente del bollitore. Poi aggiunse un po’ d’acqua fredda.

«Faccio io» le disse. «Tu piegati».

Fu uno di quegli strani momenti. Un altro. Momenti che sembravano slegati dalla realtà e terribilmente reali insieme. Zeeva si chinò sul lavandino e immerse i capelli nell’acqua tiepida. La parte superiore della testa. Che sensazione divina…

Sentì le mani di Sewick che le massaggiavano la cute, le strizzavano i capelli. Il suo corpo, dietro al proprio.

Zeeva si aggrappò al bordo del lavandino, mentre lui le insaponava i capelli, gentile e delicato come un parrucchiere professionista. Non avevano shampoo, ma fece quel che poteva con il sapone. Li pettinò con le dita, li risciacquò, le accarezzò la testa, le orecchie, il collo…

Zeeva non disse niente, ma trovò l’intera procedura sensuale, eccitante. Perché era Sewick a farlo, perché percepiva il suo corpo in piedi dietro al proprio e ogni tanto il suo bacino le si appoggiava sul sedere. Poi il contatto si interrompeva, quando lui tornava a occuparsi delle ciocche laterali. Vista la posizione, si sentiva la faccia arrossata per l’afflusso di sangue e la testa leggera.

Alla fine Sewick stappò il lavandino, le strizzò piano i capelli e se li avvolse attorno al pugno. L’acqua gorgogliò giù per lo scarico, grigiastra di sapone e nerofumo. Sewick le avvolse la testa in un asciugamano e la riaccompagnò dolcemente alla posizione eretta. Zeeva ebbe un capogiro. Si tenne a una delle sue spalle.

«Sì, succede» disse lui, in tono vago.



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